Relazione di fine mandato
Dott. Ivan Mario Cipressi
Dopo tre anni di presidenza del CEA.
Termina il primo triennio (2010 – 2012) di presidenza del CEAER (Coordinamento Enti Ausiliari dell’Emilia Romagna). Il consiglio e i componenti della commissione di monitoraggio hanno impostato e perseguito in questo triennio con i dirigenti e i funzionari della Regione alcuni obiettivi e affrontato diverse problematiche.
Entrando nello specifico è interessante partire dalla tabella delle tariffe fissate dall’accordo regionale dell’Emilia Romagna, stilato tra Regione e Ceaer.
Tipologie di trattamento |
2010 |
2011 |
2012 |
Pedagogico/Riabilitativa semiresidenziale |
36,02 |
36,92 |
37,84 |
Pedagogico/Riabilitativa residenziale |
52,11 |
53,41 |
54,75 |
Terapeutico/Riabilitativa semiresidenziale |
49,71 |
51,50 |
53,56 |
Terapeutico/Riabilitativa residenziale |
65,07 |
67,41 |
70,11 |
Supporto in caso di ricovero ospedaliero |
27,26 |
28,08 |
28,92 |
Struttura Madre/Bambino |
77,29 |
78,83 |
80,80 |
Modulo Madre/Bambino |
75,70 |
77,22 |
79,15 |
Struttura Doppia diagnosi |
127,89 |
130,45 |
133,71 |
Modulo Doppia diagnosi |
106,52 |
108,65 |
111,37 |
Struttura per la gestione della crisi e la rivalutazione diagnostica |
106,58 |
108,71 |
111,43 |
Modulo per la gestione della crisi e la rivalutazione diagnostica |
77,29 |
78,83 |
80,41 |
Per rispondere ai nuovi bisogni nell’accordo è stata programmata una spesa destinata a progetti sperimentali ed innovativi
Anno 2010 Euro 100.000
Anno 2011 Euro 250.000
Anno 2012 Euro 250.000
600 mila euro che potranno essere utilizzati dai diversi tavoli provinciali che presenteranno sperimentazioni che vedranno impegnati Sert, Enti Locali, Fondazioni e quanti altri partner che i tavoli riusciranno a coinvolgere.
Le tariffe si collocano nella media nazionale e soprattutto ancora oggi sembrano calcolate sul principio della sostenibilità del sistema.
Già dalla lettura della tabella emerge chiaramente che nonostante la diversificazione esistente dei trattamenti, questi non coprono le attuali esigenze dei consumatori di sostanze.
E’ comunque evidente che oramai diventa strategico, pensare ad un sistema di collaborazione tra pubblico e privato maggiormente evoluto che si basi soprattutto sulla tempestività dell’adattamento delle procedure di erogazione dei servizi ai bisogni emergenti e in evoluzione.
Oltre la definizione dell’ultimo accordo 2010-2012, questa presidenza del CEAER ha raggiunto i seguenti obiettivi:
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la partecipazione attiva alla scrittura dei requisiti di Rex, che riteniamo utili per divenire ad una maggior appropriatezza degl’interventi.
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La destinazione di una cifra per annualità, scorporata da quella destinata ai trattamenti comunitari, per sperimentare progettazioni innovative a livello provinciale. Nello specifico qui mi piace sottolineare che grazie a questa novità, ha preso avvio la sperimentazione della cartella Sister comunità che al momento vede impegnate le aree di Bologna, l’area vasta Romagna e Reggio Emilia; è di questi giorni la notizia che anche Parma ha destinato una annualità dei progetti sperimentali a questa azione di sistema.
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La partecipazione attiva del nostro Coordinamento, alla fondazione dell’INTERCEA e ai primi passi di tale organismo. Un risultato concreto raggiunto è la convocazione del tavolo delle Regioni avvenuto nel mese di Dicembre, dopo più di un anno di silenzio.
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Il master Universitario che si è concluso nel 2011.
Restano da raggiungere altri obiettivi:
Una indicazione alle Ausl da parte della Regione sul tema dell’approvvigionamento dei farmaci da parte delle comunità ( come segnalato anche nell’accordo ).
La seconda parte della formazione per dirigenti e operatori anziani delle comunità che nel progetto iniziale era collegata al Master universitario, ma che non si è ancora potuta concludere per problemi di erogazione del contributo regionale da parte dell’azienda USL di Modena.
La questione degli arresti domiciliari sembra sfuggire la logica di collaborazione tra pubblico e privato così da alimentare strategie deregolate che favoriscono chi riesce a stabilire relazioni privilegiate con gl’istituti di pena.
L’assenza di una normativa che stabilisca criteri di carattere socio-sanitario, lascia spazio ad interventi che non sempre risultano tracciabili e valutabili secondo le modalità della Regione Emilia Romagna.
La disomogeneità di procedure di valutazione dello stato di avanzamento dell’accordo regionale a livello locale (provinciale), lascia spazio a situazioni di collaborazione non sempre improntate alla condivisione sia degli obiettivi che dell’utilizzo delle risorse. Assistiamo sul territorio regionale ad esperienze che si sono dotate di strumenti condivisi di valutazione dei trattamenti e delle risorse economiche, attente anche allo lo sviluppo delle previsioni di costi; ed altre realtà invece dove a volte si condividono a fatica i dati macro di attività e la continuità degl’incontri non è garantita.
Resta aperta la questione delle Aree Vaste, che attualmente non sono operative sul tutto il territorio regionale e che hanno logiche di funzionamento abbastanza particolari e ancora poco note.
Il rapporto tra pubblico e privato.
LA QUESTIONE DELL’ACCREDITAMENTO.
L’obiettivo di accreditare la quasi totalità dei soggetti che operano sul campo del trattamento delle dipendenze è raggiunto. Come in tutti i sistemi, anche quello dell’accreditamento però non può sfuggire alla logica dell’evoluzione. Se questo non avvenisse, il rischio per il sistema di cura è quello di non rispondere con tempestività all’emergere di nuovi bisogni.
Sarebbe auspicabile la possibilità di un accreditamento dal “basso” che si alimenta dei bisogni territoriali.
La Regione potrebbe facilmente essere garantita dai Sert e quindi assumere come valide, chiaramente dopo tutte le verifiche opportune, quelle sperimentazioni o la creazione di strutture e di percorsi che possono generare nei tavoli provinciali che sovrintendono all’accordo regionale. In questa prospettiva le Ausl territoriali potrebbero essere agenti di accreditamento locali con valenza regionale.
Questo sviluppo potrebbe rendere il sistema molto più reattivo ai bisogni che si concretizzano sul territorio.
GLI ACCORDI LOCALI.
Diverse sono le voci che si rincorrono su questo tema: budget, bisogni, valutazioni, verifiche periodiche, assenze di risorse, accesso diretto e altro ancora.
Oggi si può arrivare ad un rapporto più stretto e rispettoso della nostra storia di collaborazione tra pubblico e privato.
Il Budget di spesa è un buon indicatore di funzionamento sia per il pubblico che per il privato ma per come l’ho visto applicato in questi anni, è evidente che il cattivo utilizzo di questo metodo ricade prevalentemente sulla gestione economica degli enti del privato sociale accreditato.
L’incamerare interessi passivi dovuti a problemi di liquidità e l’incertezza degl’incassi delle prestazioni erogate, non fa male solo alle Comunità ma al sistema tutto e soprattutto agli utenti che spesso, nell’arco dell’anno, subiscono sbarramenti all’accesso anche solo semplicemente per una gestione troppo quotidiana e non strategica del rapporto tra Sert e Comunità.
Una soluzione a questo problema, potrebbe essere la possibilità di affiancare alla pratica di definizione e rispetto del Budget la istituzione del canone mensile o bimestrale (questo potrebbe essere un buon banco di prova del prossimo consiglio).
A caduta, su questo tema, si potrebbe successivamente ragionare sulle strategie di trattenimento degli utenti in ambito Regionale così da rispondere e correggere una criticità di questi ultimi anni. Una volta raggiunti i budget di spesa dedicati, si potrebbero escogitare meccanismi di sconto per quei percorsi che pur facendo sforare il budget di spese necessitano di continuità di cura; tutto ciò lo si potrebbe fare se ci fosse una volontà comune di recuperare le spese fuori regione e probabilmente approfondendo anche il tema dell’appropriatezza dei trattamenti.
UNA QUESTIONE STRATEGICA PER IL FUTURO.
La formazione. Sia a livello locale che a livello Regionale è giunto il momento di riprendere con più decisone percorsi di formazione comuni tra operatori del pubblico e del privato.
L’ingresso di nuovi operatori sia nei Sert che nella Comunità non deve essere sottovalutato.
Se non si mettono in moto strategie di conoscenza (che stanno alla base dell’esperienza Emiliano Romagnola fin dalla sua origine ) si corre il rischio che paure, pregiudizi e sospetti possono prendere il sopravvento e che le nostre pratiche di collaborazione si diluiscano all’insegna dei problemi economici.
In sintesi.
Il sistema dei servizi pubblico e privato in Regione non è in difficoltà come in altre parti d’Italia (attraverso l’esperienza Intercea molti coordinamenti regionali chiedono a noi conto del nostro accordo, così da poterlo utilizzare nelle loro contrattazioni regionali) ma se le risorse messe a disposizione con il nuovo accordo, dovessero essere ritoccate o modificate verso il basso, si correrebbe il rischio di impoverire un sistema che oggi si mantiene ad un livello di funzionamento sufficiente . ( cogliamo con piacere la notizia del trasferimento di 600 milioni di euro dallo Stato alla Regione per la Sanità. I nostri pagamenti oramai superano i 90 giorni stabiliti dall’accordo firmato da Errani a Torino nel 2009, e quindi anche in questa direzione ci aspettiamo una boccata d’ossigeno)
L’accreditamento faticosamente raggiunto non può limitare le necessarie strategie di sviluppo dei servizi. Dopo aver accreditato le strutture forse occorre ragionare sull’accreditamento di percorsi che non necessitano di strutture ( vedi alcuni accordi Provinciali) . Un rapporto più “sicuro” e attendibile per il rispetto dei pagamenti stabiliti con Budget, è a tutela del sistema integrato.
Inoltre non è più possibile usare impropriamente le strutture terapeutiche ad esempio per percorsi di tipo socio assistenziale. Il futuro, che è già presente oggi, ci dice che il mondo delle dipendenze seguirà questi trend di sviluppo:
- Anziani e dipendenze.
- Giovani e consumo sperimentale di sostanze non tradizionali.
- Comportamenti dipendenti senza sostanze.
- Psicofarmaci e consumo problematico.
- Web.2.o – i sevizi e la Rete, con conseguente necessità di conoscere i nuovi luoghi d’accesso dei consumatori di sostanze alla rete dei servizi.
Una visione troppo aziendalistica ed economica del fenomeno corre il rischio di rinchiudere i servizi nella gestione delle situazioni “severe,” mentre i temi della compatibilità dei consumi e della penetrazione dei comportamenti dipendenti, che oggi sono all’ordine del giorno, richiedono investimenti di lunga durata e ulteriori sforzi di ragionamenti e di riorganizzazione.
In questi anni abbiamo lavorato per la pari dignità e quindi ci aspettiamo di continuare su questa strada. L’obiettivo è chiaro: rispondere con competenza e tempestività alle richieste di aiuto dei tossicodipendenti e dei loro famigliari.
In questa prospettivasiamo interessati ad evitare qualsiasi sterile competizione tra servizi, come per altro già sta avvenendo in altre Regioni.
La politica ha responsabilità nella gestione di questo sistema e su questo specifico tema probabilmente dovremo aumentare ancora di più il nostro peso specifico.
La crisi non ci spaventa, è la condizione che sta alla base della nostra nascita e della nostra quotidianità. L’energia vitale e “rinnovabile” delle persone che arrivano alle nostre strutture sono la miglior garanzia per una evoluzione del sistema di trattamento.
Ci spaventa invece l’immobilismo e la burocrazia, ed è con questa attenzione che si conclude facendo i migliori auguri per un buon lavoro agli amici che comporranno il prossimo consiglio.
Ivan Mario Cipressi
Presidente uscente CEAER
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